un “Prof” di 50 anni fa
di Leandro De Rossi, 30 aprile 2022
Nel settembre 1969, studente universitario al terzo anno di Ingegneria a Padova, consegnavo brevi-manu alla segreteria di molte scuole medie superiori di Mestre ( Pacinotti, Franchetti, Volta,..) le mie domande di supplenza temporanea di materie scientifiche. Avevo conseguito il diploma di Perito Industriale Elettronico all’ ITIS “A. Pacinotti ” di Mestre nel 1967. Per contribuire al mio mantenimento agli studi universitari impartivo lezioni private ( cosiddette “ripetizioni” ) e talvolta venivo chiamato da qualche scuola per supplenze temporanee di breve durata (qualche giorno, al massimo un mese).
Nei primi giorni di ottobre 1969 venni convocato a colloquio dal Preside (per la verità dalla Vice-Preside) dell’ ITIS “C. Zuccante” che, in difficoltà nel reperire insegnanti per completare l’orario scolastico del primo anno di attività dell’ Istituto, mi propose l’accettazione di una supplenza annuale di Disegno Tecnico.
Fu così che da studente universitario 21-enne divenni insegnante (oggi si direbbe “prof”) di una disciplina tecnica agli studenti delle classi terze (17-enni) del neo-nato Istituto “ C. Zuccante”.
Un’ esperienza fantastica ed indimenticabile sotto tutti gli aspetti. Un’esperienza formativa/educativa non solo per i miei alunni ma anche, e soprattutto, per me. Il mio bagaglio derivava sostanzialmente dallo studio e dalle relazioni che mi ero costruito in famiglia, a scuola e nella società. Ed è proprio in forza di questo solido bagaglio che sono riuscito a svolgere con generale soddisfazione il compito non semplice di “ professore di Disegno Tecnico” in quel lontano anno scolastico post-sessantottesco.
Mi ritrovo qui oggi a ricordare ciò che ho dato ma anche e soprattutto ricevuto dalla scuola e dall’esperienza di insegnamento. Una riflessione infatti la vorrei fare sul termine “ insegnante/insegnamento”; non descrive appieno quell’ esperienza vissuta. La scuola è stata parte di un cammino di formazione, conoscenza, esperienze e relazioni di assoluto valore; un percorso bidirezionale: il docente dava e riceveva e il discente riteneva e restituiva, la merce di scambio continuo e reciproco era un processo culturale ricco di sfaccettature, in cui interagivano pure altre componenti quali la famiglia e la società.
Insomma un’esperienza che racconto oggi ai miei nipoti e che mi piace lasciare come testimonianza nella bacheca dei ricordi degli Amici dello Zuccante.