ti ricordi di Renzo Bardelle?
di Luisa Dal Pozzo, 28 maggio 2022
Ho conosciuto Renzo all’inizio degli anni 2000. Insegnava laboratorio di TDP in un’altra sezione, ma ci trovavamo periodicamente in OEN2. Una persona generalmente calma, gentile, accomodante, modesta e sorridente. Ricordo in particolare le “lotte” per firmare per ultimo, in fondo, come se fosse l’ultima ruota del carro.
Poi, nel 2006 ci siamo trovati assieme nella terza con la sperimentazione “Pegaso”, ad insegnare “elettronica e progettazione”, una materia tutta nuova da inventare, e da allora abbiamo lavorato spesso assieme, ma soprattutto siamo diventati amici.
Com’era Renzo con gli studenti? Un papà. Comprensivo, disponibile, rispettoso, ma severo – se necessario. Quando vedeva un ragazzo in difficoltà, che sfuggiva, se lo prendeva da parte, gli parlava seriamente, lo faceva parlare, lo ascoltava, lo persuadeva e spesso riusciva a recuperarlo. I ragazzi lo apprezzavano e rispettavano. I suoi rapporti con gli studenti non si limitavano al periodo scolastico. Con molti ha tenuto a lungo i contatti, li ha seguiti nella loro carriera dopo lo Zuccante.
In laboratorio stava sempre in piedi, a girare per i banchi, ad aiutare chi ne aveva bisogno, a controllare che tutto andasse bene e a verificare che il materiale consegnato funzionasse perfettamente.
Con me, sul lavoro era una roccia. Affidabile, competente, preciso, modesto. Quante cose ho imparato da lui! Dava la sicurezza che avrebbe fatto la sua parte; anche quando sperimentavo qualcosa di nuovo, mi sentivo spalleggiata, sapevo che eravamo una squadra e che ce l’avremmo fatta. In tanti anni di collaborazione abbiamo anche avuto i nostri scontri, qualche periodo di freddezza reciproca, ma alla fine ci siamo sempre parlati e capiti.
Un amico fedele. Un pescatore appassionato, che ogni tanto arrivava a scuola con il bagagliaio pieno di sacchetti di meravigliosi cefali che aveva pescato il giorno prima e li regalava agli amici. Una volta mi ha invitato ad accompagnarlo a pesca con i miei bambini, ed ho scoperto un nuovo lato del suo carattere: quando il pesce “mangiava”, si metteva a lottare, con entusiasmo e determinazione, tutto nervi e grinta. Non era più l’insegnante calmo che trovavo in laboratorio alla mattina. Paziente con i bambini, non lasciava scampo ai pesci.
Luisa Dal Pozzo